In questo capitolo vengono affrontate le patologie della gola in senso lato. All’interno del documento si approfondisce la conoscenza dei fenomeni infiammatori delle tonsille, spesso eccessivamente attribuiti ad improbabili infezioni virali o batteriche. Si tratta inoltre dei quadri “parafisiologici” dell’ipertrofia degli organi linfatici che si osservano nell’infanzia. In molti casi, pur non rappresentando una malattia, responsabili di manifestazioni patologiche a carico di altri organi (esempio l’orecchio).
Viene posto in risalto il crescente ruolo patogeno svolto dal reflusso acido gastro-esofageo. Questa è una disfunzione molto comune capace di provocare alterazioni a carico di diversi distretti di competenza otorinolaringoiatria e che saranno in quella sede approfonditi.
La chirurgia delle tonsille è una pratica così remota che se ne trovano tracce di descrizione già negli antichi scritti greci. Negli ultimi anni si è assistito ad un affinamento delle tecniche allo scopo di migliorare l’efficacia della terapia (tonsillectomia per dissezione) che ha reso sicuramente più radicale e meno pericoloso l’intervento, ma un grosso impulso rivoluzionario è stato dato dall’introduzione dei “bisturi a radio frequenze”. Le nuove tecnologie, che si basano sulla possibilità di tagliare in modo “gentile”, permettono oggi di eseguire un intervento molto meno cruento che in passato, al punto che nei pazienti adulti è possibile eseguire la tonsillectomia in anestesia locale, senza necessità di “ricoverare” il paziente e con un decorso post-operatorio molto meno doloroso rispetto alla chirurgia tradizione. Nei bambini rimane tuttora la necessità dell’anestesia generale, ma persistono i vantaggi post-operatori di questo tipo di tecnica.
Ancora molto discussa, però, è l’indicazione alla chirurgia tonsillare in età pediatrica, quando il problema è costituito “solo” dall’ipertrofia delle stesse, senza che si realizzino i criteri indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’importante ruolo immunitario delle tonsille orienterebbe verso una salvaguardia ad oltranza della loro attività, ma l’insorgenza delle complicanze respiratorie sopramenzionate, di contro, conduce ad una condotta terapeutica opposta. L’orientamento personale è quello della riduzione parziale del volume tonsillare (Tonsilltomia), mantenendo la funzionalità immunitaria tonsillare. Tale scelta terapeutica non è condivisa da una parte dei Colleghi. Il motivo del contendere è determinato dalla possibilità di sanguinamento abbondante e pericoloso nel post-operatorio, essendo il tessuto tonsillare molto irrorato, e dalla difficoltà di determinare la reale prosecuzione delle capacità immunitaria da parte della tonsilla. L’utilizzo del bisturi a radio frequenze permette di eseguire questa tecnica con estrema tranquillità, assicurando il ripristino di uno spazio respiratorio adeguato e conservando la funzione tonsillare.
Meno discusso, in ambito pediatrico, è l’intervento di sola adenoidectomia. Questo è un intervento estremamente semplice ed universalmente accettato, ma “viziato” dalla possibilità di recidiva, specialmente nei bambini più piccoli. La tecnica tradizionale prevede, infatti, che le adenoidi vengano rimosse alla “cieca”, per cui può accadere che vengo lasciati dei residui da cui, nei bambini predisposti (e quelli che arrivano all’intervento sono tutti “predisposti” all’ipertrofia degli organi linfatici) le adenoidi facilmente rioriginino. L’introduzione routinaria del controllo endoscopico durante l’intervento di adenoidectomia, ha prodotto una riduzione a “zero” di tale tipo di complicanza. Inoltre, l’adozione del bisturi a radio frequenze salvaguardia dalla possibilità di emorragia post operatoria. La risoluzione di queste complicanze rende l’intervento estremamente semplice ed efficace.